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21 Agosto 2022
10:30

Cinghiali della Maggiolina a La Spezia, gli attivisti: «Uccisi lunedì all’alba, faremo scudo con i nostri corpi»

L'appello per i cinghiali della Maggiolina: «Chiediamo a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e si sono attivati per la liberazione dei cinghiali di accorrere subito a La Spezia per fare da scudo e opporsi a questa ingiustizia».

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Le associazioni e gli attivisti, che da 13 giorni presidiano i cancelli del Parco della Maggiolina a La Spezia, lanciano un ultimo appello ad accorrere numerosi per proteggere la vita dei nove cinghiali, due mamme con sette cuccioli, che la Regione ha bloccato dentro il parco e che ha deciso – secondo gli animalisti- di uccidere e macellare all'alba di lunedì 22 agosto.

«Non c'è più tempo per sperare in un ripensamento delle istituzioni. L'Asl vuole prelevare i cinghiali lunedì mattina all'alba, per questo abbiamo bisogno di persone qui: chiediamo a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e si sono attivati per la liberazione dei cinghiali di accorrere subito a La Spezia per fare da scudo e opporsi a questa ingiustizia», è l’appello accorato degli attivisti della Maggiolina.

Sul tavolo delle istituzioni, ormai da giorni, c'è la disponibilità  ufficiale –  presentata dalle associazioni – del rifugio dell'etologo Francesco De Giorgio, in provincia di Imperia. Qui si potranno effettuare sugli animali le analisi per la peste suina africana (Psa); inoltre il rifugio, insieme alle associazioni, ha dato disponibilità a mantenerli e a sterilizzarli. La pec con la proposta ufficiale risulta correttamente inviata tramite la Lav ma le istituzioni al momento negano di averla ricevuta.

la Lega antivivisezione si era anche rivolta direttamente attraverso le pagine di Kodami al Commissario straordinario per la peste suina chiedendo una «deroga agli abbattimenti». Fino ad ora però non ancora arrivata.

Sono migliaia i cittadini che hanno scritto direttamente a Comune e Regione a cui si aggiungono i 4000 che hanno firmato una petizione online, richiedendo di optare per le soluzioni alternative.

«La sordità delle istituzioni alla richieste della cittadinanza non ci lasciano alternative: non ci resta che fare barriera con i nostri corpi – concludono gli attivisti – La peste suina non può essere usata come pretesto per abbattere individui sani, in quarantena da 13 giorni, che nel rifugio del biologo Francesco De Giorgio verrebbero comunque analizzati per garantire tutti i protocolli di sicurezza richiesti dalle autorità».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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