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27 Maggio 2024
11:32

Chiudono gli ultimi due zoo statali in Costa Rica: alcuni animali morti per le condizioni in cui vivevano

La decisione storica nel paese centro americano porta alla chiusura degli ultimi due zoo pubblici. Durante il trasferimento sono morti degli animali. Il motivo potrebbe essere ricondotto alle condizioni in cui erano detenuti.

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Ne erano rimasti solo due e adesso il Governo del Costa Rica ha deciso di chiuderli: nello stato del Centro America non ci saranno più zoo pubblici. La decisione è stata annunciata dal Ministero dell'Ambiente e dell'Energia e arriva a distanza di dieci anni da un'altra storica decisione: una legge che vietava la detenzione di animali selvatici in cattività appunto nelle strutture statali. Iniziato il trasferimento degli animali, però,  il Sistema Nazionale delle Aree di Conservazione (SINAC) ha reso noto che sette sono morti durante l’operazione “Atardecer” in cui sono già stati spostati oltre 180 individui che sono sotto monitoraggio.

Gli zoo che erano ancora attivi in Costa Rica sono il "Simón Bolívar" a San José e il "Centro di Conservazione Santa Ana". Gli animali che vivono dentro le due aree attualmente sono 287 e saranno trasferiti in centri di riabilitazione per una prima valutazione relativa allo stato di benessere psico fisico in cui si trovano. Media locali riportano le dichiarazioni di Franz Tattenbach, ministro dell'Ambiente e dell'Energia, secondo il quale «alcuni verranno re immessi in natura ove possibile, altri trasferiti in santuari. La prigionia è giustificata solo quando gli animali non possono tornare nel loro habitat per problemi fisici o comportamentali che gli impediscono di vivere in libertà».

I due zoo ospitavano attualmente oltre 400 animali, la maggior parte si trovano nella struttura della Capitale. Si tratta di diverse specie tra cui bradipi, coccodrilli, giaguari e scimmie.

Rispetto a quanto sta accadendo durante le fasi di trasferimento, Pablo Vásquez, responsabile dell'operazione e biologo del Sistema Nazionale delle Aree di Conservazione (SINAC), ha dichiarato che è prevista un'autopsia sugli animali per determinare le possibili cause della morte. Queste analisi saranno effettuate dall'Università Nazionale (UNA).

Secondo il SINAC le morti potrebbero essere dovute alle condizioni in cui vivevano gli animali in cattività. Fattori come la dieta, l’età e lo spazio limitato nei loro recinti potrebbero aver aumentato la loro predisposizione alle malattie. «La prigionia è innaturale per gli animali selvatici; non possono esprimere pienamente i loro comportamenti naturali, il che li sottopone a stress costante. Anni di prigionia, con stimoli minimi e piccoli recinti privi di elementi naturali, possono esacerbare questo stress», è il commento dal Ministero che è stato diramato.

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