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20 Luglio 2023
17:34

Chi è più intelligente vive meglio e più a lungo, almeno tra i lemuri-topo

Un nuovo studio ha dimostrato che nei microcebi grigi, piccoli lemuri notturni, essere più intelligenti e avere maggiori capacità cognitive può allungare la vita.

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Un nuovo studio pubblicato su Science Advances ha appena dimostrato che per quanto riguarda alcuni primati l'incremento della intelligenza legato alle abilità cognitive ha dato modo a questi animali di vivere una vita più lunga e sana, fornendo gli strumenti per prendere decisioni migliori e più utili. Ciò è stato scoperto dai ricercatori del German Primate Center (DPZ) del Leibniz Institute for Primate Research, che hanno studiato il legame tra le capacità cognitive e la sopravvivenza in alcuni piccoli primati, come il microcebo grigio (Microcebus murinus), conosciuto anche come lemure-topo.

Per effettuare questi studi, gli scienziati sono andati in Madagascar per analizzare da vicino 198 individui di questa piccola specie di lemure, sottoponendoli a vari test cognitivi e di personalità, prima di rilasciarli nuovamente in natura negli stessi luoghi in cui erano stati trovati. Il grosso del lavoro è stato tra l'altro anche svolto all'interno di specifici e piccoli laboratori da campo, che sono stati allestiti all'interno della foresta malgascia proprio per liberare il più velocemente possibile questi animali senza stressarli più del dovuto.

I risultati dei test cognitivi hanno svelato che questi piccoli primati simili hanno un'intelligenza piuttosto complessa e sfaccettata e che chi ha ottenuto le migliori valutazioni nei test viveva in media più a lungo dei suoi simili. Inoltre, gli esemplari più pesanti e che mostravano un comportamento più esplorativo, di modo da ottenere così un maggior numero di risorse all'interno dello stesso o più habitat, godevano di un ulteriore prolungamento della vita, dimostrando che l'utilizzo di strategie alternative – come spingersi più lontano o cominciare a consumare altre risorse quando le principali stanno scarseggiando – possono contribuire ad allungare la vita di questi animali.

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Nello specifico, i test utilizzati dagli scienziati cercavano di indagare diverse sfaccettature dell'intelligenza, tra cui la risoluzione dei problemi (con l'ottenimento di cibo tramite la manipolazione di un cursore), la memoria spaziale, il controllo inibitorio (compiendo delle deviazioni per accedere a una ricompensa altrimenti irraggiungibile) e la comprensione causale (misurata tramite il recupero del cibo tirando una corda). I loro risultati hanno permesso perciò agli scienziati di riscontrare delle nette e forse inaspettate differenze all'interno della popolazione di questi animali.

Gli individui che si sono dimostrati i più "geniali" hanno mostrato per esempio un comportamento più conservativo e meno esplorativo rispetto ai conspecifici con prestazioni cognitive inferiori, mentre gli individui più esplorativi – che avevano comunque superato i test – erano maggiormente predisposti a muoversi, mostrando una curiosità innata che li portava ad avere maggior peso e a consumare maggiori quantità di cibo. Un comportamento che seppur permette di accumulare maggiori risorse, espone il microcebo grigio a maggiori pericoli, ma che può essere tuttavia mantenuto sotto controllo compiendo scelte lungimiranti, come decidere di muoversi di notte per non dare nell'occhio.

«Questi risultati suggeriscono che essere intelligenti o esibire buone condizioni fisiche e comportamento esplorativo sono probabilmente strategie diverse che possono portare a una durata di vita più lunga – ha affermato Claudia Fichtel, prima autrice dello studio e scienziata presso il German Primate Center. – Negli studi futuri, mireremo a indagare anche come le capacità cognitive si traducano in strategie comportamentali per trovare cibo o partner di accoppiamento».

Ma come hanno fatto gli scienziati a calcolare le aspettative di vita? In questo modo: dei 198 esemplari studiati gli etologi hanno controllato lo status di salute degli individui più anziani osservando che la maggioranza dei microcebi con una certa età erano anche fra gli esemplari che dimostravano le maggiori capacità cognitive. Ciò ha permesso di confermare che l'intelligenza può essere un elemento discriminante per determinare la longevità di questi animali.

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Il microcebo grigio, noto anche come microcebo murino, ha una lunghezza di 15-20 cm e pesa fino ad 80 grammi, un dato che permette a questa specie di essere inserita tra i primati più piccoli del mondo. Hanno un'aspettativa di vita che può superare i 15 anni e sebbene siano attivi sia di giorno che di notte, sono diventati nel tempo principalmente notturni.

Durante il giorno, questi animali dormono in dei nidi a forma di palla, che tessono sfruttando foglie e rami particolarmente sottili. Questa loro capacità è stata da sempre molto ammirata dagli etologi, che li hanno talvolta etichettati "lemuri carpentieri". I maschi e le femmine, tuttavia, non vivono insieme e dormono separati. Le giovani femmine in particolare possono ritrovarsi ad occupare nidi molto grandi e affollati, in un numero superiore ai 15 individui, mentre i maschi dormono al amassimo a coppie, principalmente composte da fratelli.

La cosa curiosa è che verso metà pomeriggio ciascun esemplare si allontana dal nido e va ad occupare il proprio spazio all'interno della foresta di suo esclusivo dominio. Molto territoriali, questi primati possono spesso litigare anche con i propri compagni "di letto", inscenando delle baruffe per difendere il proprio territorio o la possibilità di riprodursi con le femmine. Tornano poi nella loro vera casa verso l'alba, riappacificandosi completamente con gli esemplari con cui si erano scontrati il giorno prima.

L'elasticità mentale di questi primati, chiariscono gli scienziati, si osserva anche in questo. È inutile continuare a litigare all'interno della tana quando si sta cercando di trovare riposo, poiché dal punto di vista biologico ed evolutivo iniziare uno scontro duraturo con altri esemplari è controproducente. Meglio difendere il proprio territorio di notte e fare pace prima dell'arrivo del giorno, che trovarsi costretto a costruire da capo il nido o a trovarsi così. indifeso nei confronti dei predatori diurni.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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