episodio 20

Chi è il granchio blu che sta invadendo l’Italia e perché è una minaccia da affrontare

La conservazione della biodiversità è un obiettivo fondamentale per preservare l'equilibrio degli ecosistemi e garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta. Tuttavia, ciò spesso comporta sfide complesse quando si tratta di affrontare specie invasive che minacciano le comunità native. Il dilemma non è etico ma anche scientifico ed ecologico, parliamone.

23 Agosto 2023
13:01
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Negli ultimi anni, l'Italia si è trovata di fronte a una crescente emergenza ambientale: l'invasione dei granchi blu (Callinectes sapidus), una specie non indigena proveniente dalle coste dell'America settentrionale. L’alieno protagonista è un crostaceo molto grosso, tanto che la larghezza del carapace del maschio può superare i 23 centimetri. Nonostante le sue dimensioni non è assolutamente pericoloso per l’uomo ma è invece una minaccia per gli altri animali nativi. Questi granchi, noti per il loro colore blu brillante e per le loro abitudini aggressive, stanno avendo un impatto significativo sugli ecosistemi marini italiani, mettendo a rischio la biodiversità locale e le attività umane legate al mare.

Origine e diffusione

I granchi blu sono originari dell'Atlantico occidentale, dalle coste dell'America settentrionale fino al Golfo del Messico. La loro presenza in Italia è stata rilevata per la prima volta nei primi anni 50, ma è solo negli ultimi tempi che la loro popolazione è aumentata in modo esponenziale. Si presume che l'introduzione sia avvenuta attraverso le acque di zavorra delle navi mercantili, che hanno permesso ai granchi di viaggiare nell'ambiente marino italiano.

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Impatto sull'ecosistema

La situazione, oggi, è fuori controllo. I granchi blu hanno dimostrato una notevole capacità di adattarsi e di proliferare in nuovi ambienti. La loro aggressività e la mancanza di predatori naturali nelle acque italiane hanno contribuito alla loro rapida espansione. Inoltre, ha trovato il terreno fertile nella valle del Po, tra Comacchio, foci del Po e Sacca di Goro, il suo cibo preferito gli viene servito su un piatto d’argento. Poiché, proprio in queste aree, c’è la maggiore concentrazione di allevamenti di cozze e vongole.

In particolare, i granchi blu competono con le specie native per il cibo e lo spazio, minacciando la sopravvivenza di molluschi, crostacei e altri abitanti marini. Questo squilibrio può causare una riduzione delle risorse ittiche e danneggiare la catena alimentare marina. Inoltre, scavano tane profonde lungo le coste, alterando gli habitat e compromettendo la stabilità delle spiagge.

Impatto sull'Economia e sulle Comunità Locali

L'emergenza dei granchi blu non ha solo conseguenze ambientali, ma colpisce anche l'economia e le comunità costiere. La pesca è uno dei comparti più colpiti, poiché i granchi blu possono danneggiare le reti da pesca e competere con le specie ittiche locali. Ciò può causare una riduzione delle catture e una perdita di reddito per i pescatori. Le comunità che dipendono dal turismo balneare potrebbero subire danni a causa delle tane scavate dai granchi blu lungo le spiagge. L'erosione delle coste e la riduzione dell'attrattiva turistica potrebbero avere impatti economici significativi per queste zone.

Le istituzioni non danno risposte concrete, dal 1 agosto 2023, il governo ha stanziato un finanziamento di 2,9 milioni di euro per contrastare questa emergenza. Il problema è che questo piano è solo per regolamentare la commercializzazione, poiché i pescatori delle zone più colpite sono disperati e vista l'assenza di regolamenti di pesca specifici, preferiscono non catturarli o semplicemente buttarli. Infatti, fino a poco tempo fa l'unica alternativa era catturarli in massa e smaltirli in discarica.

Altrimenti c’è chi intanto, per risolvere il problema in maniera proficua, partecipa ad un mercato nero, vendendo il granchio blu tra i 50 e i 70 euro al chilo. Un business illegale che sta arricchendo, di molto, i venditori abusivi.

Regolamentare la commercializzazione può essere visto come primo tentativo di porre rimedio al problema ittico ma non conservazionistico.

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Distruggere una specie per conservare la biodiversità

In entrambi i casi si prende in considerazione lo sterminio di questa specie dai nostri mari: ma è giusto pensare di distruggere una specie per conservare la biodiversità? Ci siamo passati più volte, in diverse situazioni, ma è sempre un argomento che solleva rischi ecologici e dilemmi etici.

Partiamo dal presupposto che ogni forma di vita ha un valore intrinseco e un diritto di esistere. L’atto di causare sofferenza o estinguere una forma di vita pretende una spiegazione. Inoltre l'eliminazione di una specie può avere effetti imprevedibili sulle catene alimentari. Gli ecosistemi sono interconnessi in modi intricati e spesso ci sono degli effetti a cascata che non è facile prevedere, almeno, non completamente.

Forse, se fino a poco fa il piano era “buttarli in discarica” e di regolamentare il commercio di questi granchi, adesso la priorità dovrebbe essere quella di concentrarsi ad esplorare opzioni alternative riguardanti la gestione delle specie invasive. E queste alternative dovrebbero coinvolgere diverse parti interessate, compresi esperti di conservazione, biologi, comunità locali e gruppi di conservazione della natura.

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Strategie di Gestione e Controllo

Affrontare l'emergenza dei granchi blu richiede un approccio integrato che coinvolga istituzioni, ricercatori, biologi, pescatori, gruppi di conservazione della natura e comunità locali. Affrontare le specie invasive richiede un equilibrio tra il desiderio di preservare la biodiversità e il rispetto per le forme di vita presenti. Le decisioni devono essere basate su un approccio ponderato, scientificamente fondato e che consideri sia gli aspetti etici che le conseguenze a lungo termine per l'ecosistema

Alcune strategie indispensabili sono:

  • Monitoraggio: È fondamentale raccogliere dati accurati sulla distribuzione e l'andamento delle popolazioni di granchi blu per comprendere meglio il problema e adattare le strategie di gestione.
  • Controllo delle popolazioni: L'implementazione di metodi di controllo delle popolazioni, come la pesca mirata, potrebbe aiutare a ridurre il numero di granchi blu e mitigare il loro impatto sull'ecosistema.
  • Prevenzione: Regolamentare l'acqua di zavorra delle navi mercantili e adottare misure per impedire l'introduzione accidentale di specie aliene nelle acque italiane può contribuire a prevenire futuri problemi di questo tipo.
  • Coinvolgimento comunitario: Sensibilizzare le comunità locali sull'importanza di gestire l'emergenza dei granchi blu può promuovere il coinvolgimento e la collaborazione nella protezione degli ecosistemi marini.

L'emergenza dei granchi blu in Italia rappresenta una sfida significativa per la conservazione degli ecosistemi marini e per le comunità costiere. Affrontare questa minaccia richiede sforzi congiunti a livello scientifico, istituzionale e comunitario. Solo attraverso un approccio coordinato e sostenuto sarà possibile mitigare gli impatti dei granchi blu e proteggere l'ecosistema marino italiano per le generazioni future.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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