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Stanno bene i 110 Siberian Husky trovati dai Carabinieri della stazione di Ponzano insieme a quelli Forestali di Sant’Oreste in condizioni disumane e denutriti in un allevamento abusivo in un villino privato nel piccolo comune alle porte di Roma. I cani sono stati presi in custodia da un parente del gestore del posto denunciato con l'accusa di “maltrattamento di animali” e “detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura”.
L’uomo, persona completamente diversa nell'approccio agli animali rispetto al familiare, si è offerto di occuparsi temporaneamente dei cani che rimangono in ogni caso sotto la vigilanza dei Carabinieri. Il luogo è stato ripulito e rimesso in condizioni decenti per ospitarli e, dopo tutte le procedure d’indagine della Procura di Rieti, potranno essere adottati dalle associazioni o da privati.
La carcassa dell’animale trovato all'interno della casa, intanto, è stata portata all’istituto di zooprofilassi per essere analizzata e per accertare le cause della morte. Nel caso gli esami dovessero dare esito positivo a qualche particolare malattia, tutti gli altri cani dovranno, prima di essere adottati, sottoporsi a esami e eventuale terapia antibiotica.
I carabinieri al momento del ritrovamento si sono trovati davanti a una situazione davvero drammatica. All’esterno del villino hanno trovato sedici recinti di dimensioni ristrettissime lasciati sotto il sole cocente. E, all’interno, quando gli occupanti sono stati obbligati ad aprire con un decreto di perquisizione arrivato velocemente dal Pm della Procura del Tribunale di Rieti, altrettante scene di orrore. Altri 29 cani chiusi dentro gabbie simil trasportino piccolissime, senz’acqua, cibo e tra gli escrementi. E in mezzo alla stanza abbandonata, la carcassa di uno degli animali deceduto da giorni. Ora la casa è chiaramente sotto sequestro e il proprietario denunciato.