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27 Febbraio 2023
11:47

Sono passati più di 45 anni dal lancio delle sonde Voyager: a bordo anche i suoni degli animali

Nello spazio viaggia un particolare cimelio che permetterà agli alieni del futuro di sentire le nostre voci e di godere del canto dei nostri uccelli.

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L'anno scorso gli astronomi di tutto il mondo hanno festeggiato i 45 anni dal lancio delle due sonde Voyager, note per essere divenuti i primi manufatti umani in grado di spingersi oltre l'orbita di Nettuno e di aver fotografato ad alta risoluzione pianeti come Giove e Saturno con tutti i loro satelliti, lontano dall'atmosfera terrestre.

Queste sonde furono lanciate nel 1977 e sono divenute i primi (e finora unici) satelliti ad aver raggiunto lo spazio interstellare, avendo infatti oltrepassato l'area soggetta al magnetismo e al vento solare, essendo oggi a 23,784 miliardi di km di distanza dal Sole.

Non tutti però sanno che all'interno delle due sonde gli astronomi – e in particolare il tanto rimpianto Carl Sagan – avevano messo dei dischi in oro, contenenti canzoni, con una selezione di saluti di abitanti della Terra in diverse lingue ma anche diversi canti di uccelli e di balene in modo che in caso di contatto con altre forme di vita gli "alieni" potessero conoscere qualcosa della nostra storia e del nostro Pianeta.

Questi dischi appartenevano al progetto Voyager Golden Record e seguirono il destino delle placche che pochi anni prima, nel 1973, furono poste in modo simile all'interno delle sonde Pioneer. 

Ricordiamo l'evento perché Sagan, che all'epoca guidava la commissione selezionata dalla NASA della Cornell University, decise di inviare nello spazio non solo musica e conversazioni quotidiane della nostra specie, ma decise di inviare appunto anche i canti delle balene e i versi degli uccelli per una ragione ben particolare. Riteneva infatti che queste vocalizzazioni potessero essere riconosciute – al pari di quelle umane – come nobili forme di linguaggio appartenute ad esseri intelligenti.

Tutte le tracce presenti infatti nei dischi inseriti nelle sonde Voyager, che per forma ricordano quelli utilizzati nei grammofoni, hanno in comune la "provenienza". Sono prodotte difatti da specie sociali, considerate in grado di poter comunicare con i loro simili attraverso l'uso dei suoni e della voce. E per quanto già all'epoca gli scienziati erano consapevoli della improbabilità nel contattare una cultura aliena così a ridosso del sistema solare nella vastità del cosmo, per Sagan sottolineare l'importanza dei suoni era molto importante. Secondo lui, infatti, quello che accomunava tutte le specie sociali, o almeno quelle dotate di forme di linguaggio simili a quelli presenti sul nostro pianeta, era la potenza del dialogo che era in grado di superare qualsiasi differenza e le distanze naturali prodotte da differenze caratteriali e lontananze spaziali.

Divenendo così le stesse sonde l'elemento simbolico del contenuto audio di questi dischi, il Voyager Golden Record celebrava l'evoluzione della comunicazione, in tutte le forme di vita e le culture presenti nell'universo e sulla Terra a cavallo degli Sessanta.

«La scelta del contenuto del disco è stata un processo inebriante e molto stancante – spiegò Sagan in uno dei programmi televisivi che conduceva in prima persona, Cosmos – C'era spazio sufficiente solo per circa 90 minuti di musica e un centinaio di immagini. Alla fine però abbiamo deciso di inserire oltre alla musica e ai saluti di 55 esseri umani, provenienti da nazioni e culture differenti, anche qualche registrazione proveniente dalla fauna selvatica per sostenere che anche gli animali avevano sviluppato una forma di linguaggio complessa, capace di esprimere sentimenti».

Tra l'altro non fu l'unico elemento naturalistico che Sagan decise insieme alla commissione di inserire all'interno delle due sonde. Oltre infatti al canto delle diverse specie di balene e di uccelli, all'interno dei dischi c'era il riadattamento sonoro dei segni vitali del battito cardiaco e delle onde cerebrali di Ann Druyan, sua futura moglie, l'immagine di Jane Goodall che studiava degli scimpanzé, diverse immagini a colori di animali fra cui delfini, coccodrilli, pesci ed elefanti, l'immagine di un insetto mentre impollina dei fiori e tavole anatomiche umane, dal concepimento alla nascita.

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L’immagine di Jane Goodall che studia gli scimpanzé è fra le poche che viaggia nello spazio dentro ad un supporto fisico

Alla morte di Sagan, avvenuta nel 1996, tra l'altro si scoprì che decidendo di inviare questi contenuti dentro le Voyager la commissione si era praticamente prefissata il compito di descrivere non solo il nostro mondo ma anche la fragilità dell'ecosistema e l'ambiguità del nostro comportamento.

Gli astronomi americani dell'epoca infatti si erano già resi conto del pericolo rappresentato dal surriscaldamento globale. E tramite l'invio di immagini naturalistiche e di scenari che presentavano gli skyline di alcune città volevano sollecitare la riflessione in tutti coloro che avrebbero osservato quelle foto, alieni o esseri umani del futuro.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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